Le associazioni del Terzo Settore (ETS) hanno un ruolo cruciale nel sociale, e la scelta del regime fiscale rappresenta uno degli aspetti chiave per garantire la loro sostenibilità economica. Con l’introduzione del Codice del Terzo Settore (CTS), il panorama normativo è stato chiarito, offrendo una gamma di opzioni fiscali specifiche. Tuttavia, ogni associazione deve valutare attentamente quale regime risponda meglio alle sue esigenze organizzative e progettuali, tenendo conto delle diverse modalità di gestione e degli obiettivi sociali perseguiti. Il CTS offre tre principali opzioni fiscali per le ETS, ciascuna con caratteristiche e requisiti distinti. Questi regimi includono: Regime fiscale agevolato per ETS non commerciali: Adatto per associazioni con attività di natura prevalentemente istituzionale, permette l’applicazione di agevolazioni fiscali su proventi che rientrano nei parametri del CTS. Gli utili, in questo caso, devono essere reinvestiti nell’associazione, e i proventi derivanti da attività commerciali marginali sono soggetti a un regime semplificato. Regime fiscale agevolato per ETS commerciali: Destinato a quelle associazioni che operano come imprese sociali o che generano un’ampia parte dei ricavi attraverso attività commerciali. Permette di usufruire di alcune agevolazioni fiscali su IRES e IVA, oltre a esenzioni sulle imposte di bollo e registro, se tali attività risultano coerenti con gli obiettivi sociali e vengono comunque reinvestite. Regime forfetario per ETS: Pensato per le associazioni che rientrano nei limiti di volume di ricavi definiti dal CTS (ad oggi sotto i 130.000 euro annui), consente l’applicazione di un’aliquota ridotta forfetaria, semplificando i calcoli per la gestione fiscale. Tale regime agevola le associazioni piccole e medio-piccole nella gestione fiscale, grazie a semplificazioni burocratiche significative. La scelta del regime fiscale dipende principalmente da tre fattori: dimensione e tipologia di attività, fonti di finanziamento e obiettivi a lungo termine dell’associazione. Dimensione e attività: Un’associazione che svolge attività prettamente istituzionale con limitate attività commerciali potrebbe optare per il regime agevolato per ETS non commerciali. Al contrario, associazioni che ricavano gran parte dei fondi da attività commerciali dovrebbero valutare il regime fiscale agevolato per ETS commerciali. Fonti di finanziamento: Le associazioni che dipendono da sovvenzioni, donazioni e contributi pubblici, senza generare ampi ricavi, possono trovare conveniente il regime forfetario, che consente loro di operare con minori adempimenti. Obiettivi di crescita: ETS con prospettive di crescita o che prevedono un’espansione nelle attività commerciali possono trovare più vantaggioso il regime agevolato per ETS commerciali, che permette maggiore flessibilità rispetto al forfetario. La scelta del regime fiscale per le associazioni del Terzo Settore ha un impatto significativo sulla sostenibilità e gestione dell’associazione. Le opzioni offerte dal CTS rispondono a esigenze diverse, ma richiedono una valutazione accurata e, idealmente, un confronto con consulenti esperti. Scegliere il regime corretto significa garantire un’impostazione fiscale che permetta all’associazione di crescere e di concentrarsi sulla propria missione sociale.I Regimi Fiscali Disponibili
Criteri per la Scelta del Regime
Un’Analisi Attenta e Consulenza Professionale